POLITICHE DEL LAVORO
Le politiche del lavoro sono un insieme di strumenti che hanno l’obiettivo di mantenere l’occupazione ma soprattutto quello di abbassare il tasso di disoccupazione. Questo può essere attuato con diverse misure previste dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che, insieme all’Anpal, cerca di effettuare tenendo conto delle diverse caratteristiche che presentano le varie tipologie di soggetti ai quali si riferisce, con uno sguardo attento alla mutazione del mercato del lavoro.
STORIA DELLE POLITICHE SOCIALI
Per completezza di informazioni bisogna specificare che questa tipologia di politiche nascono intorno agli anni ’50, anche se si affacciano sullo scenario del tempo solo la cassa integrazione e il sussidio straordinario di disoccupazione. Gli anni ’80 meglio conosciuti come il periodo della flessibilità vedono invece la nascita delle Agenzie del Lavoro Regionali che miravano a potenziare le politiche del lavoro. Il loro scopo era quello di trasformare i tradizionali uffici di collocamento in strutture adatte a progettare politiche di intervento sul mercato del lavoro. L’evolversi di questi strumenti passa per l’emanazione e per l’attenzione di molte riforme come il Pacchetto Treu, ma anche la riforma Biagi, e la crisi economica avuta negli anni 2008-2009. Le politiche attive entrano appieno nel tessuto sociale con il d.lgs n.150 del 2015 che ridefinisce l’organizzazione a livello centrale e regionale dei servizi del lavoro istituendo l’Agenzia Nazionale per le politiche Attive del lavoro ANPAL.
SUDDIVISIONE DELLE POLITICHE DEL LAVORO
Non dilungandoci ulteriormente in quelli che possono essere gli aspetti storici o normativi, andiamo nel concreto ad analizzare come si suddividono, soprattutto perché oggi c’è molta confusione sull’argomento. Le politiche del lavoro si dividono in politiche attive e in politiche passive, le politiche attive sono interventi volti a promuovere e favorire l’occupazione (inserimento/reinserimento lavorativo) e l’occupabilità (migliore spendibilità del profilo della persona e maggiore vicinanza al mercato del lavoro) di chi cerca lavoro.
POLITICHE ATTIVE
A titolo esemplificativo di seguito elenchiamo dei servizi e le misure di politica attiva del lavoro:
- Aiuto alla ricerca di un’occupazione, anche mediante sessioni di gruppo
- Orientamento individualizzato all’auto-impiego
- Accompagnamento al lavoro, anche con l’utilizzo dell’assegno di ricollocazione
- Formazione per la qualificazione e riqualificazione professionale, l’auto-impiego e l’immediato inserimento lavorativo
- Promozione di esperienze lavorative per l’incremento delle competenze, anche mediante tirocinio
- Incentivi al lavoro autonomo e tutoraggio per le fasi successive all’avvio dell’impresa
- Incentivi alla mobilità territoriale
- Strumenti per conciliare il lavoro con gli obblighi di cura verso minori o persone non autosufficienti
- Prestazione di lavoro socialmente utile
POLITICHE PASSIVE
- Cassa integrazione ordinaria (Cigo),
- Cassa integrazione straordinaria (Cigs),
- Fondo di integrazione salariale (FIS):
- Altri Fondi di solidarietà, territoriali o settoriali, con adesione basata sulla contrattazione collettiva;
- Nuova assicurazione sociale per l’impiego (NASpI), per la generalità dei lavoratori dipendenti;
- DisColl, per i collaboratori coordinati e continuativi, gli assegnisti e i dottori di ricerca;
- Indennità di disoccupazione agricola, per i lavoratori a tempo determinato del settore agricolo.
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